Prima di mettere a dimora le piantine di olivo e dopo aver scelto il luogo dove si dovrà procedere all’impianto si devono eseguire le seguenti operazioni:
L’olivo si avvantaggia di una buona preparazione di base del terreno soprattutto durante i primi
anni. Un impianto eseguito a regola d’arte riesce a far esplicare al meglio le potenzialità di
sviluppo delle giovani piantine, che vegetano senza alcun problema entrando presto in
produzione.
Nella preparazione del terreno si deve tenere conto della natura fisica del terreno, del suo
profilo, delle condizioni generali. Uno delle prime cose da tenere in considerazione al momento
dell’impianto di un oliveto è la presenza di umidità. Qualsiasi ristagno idrico infatti provoca
danni alle piante che non riescono a vegetare e nei casi più gravi arrivano a morire. Prima di
tutto quindi fare in modo di evitare la presenza di ristagni o di eccessiva umidità a livello radicale:
in questo caso bisogna impostare una rete di drenaggio e successivamente livellare il terreno.
Bisogna stabilire se sia più idoneo eseguire un livellamento totale con completo rivoltamento
del terreno, uno scasso a buche oppure una lavorazione profonda senza ribaltamento
(rippatura).
Lo scasso è consigliabile in caso di sciolto, senza problemi di scheletro, mentre quando sono
presenti pietre oppure il terreno ha uno strato impermeabile in profondità, è meglio adottare la
rippatura. Lo scasso a buche è poco consigliabile se non nel caso di poche piante o condizioni
particolari. Se si sceglie questa soluzione sarebbe meglio predisporre uno strato di drenaggio a
fondo della buca e non eseguire le operazioni quando il terreno è umido per non creare una
“vasca” dove la pianta rimanga in condizioni di eccessiva umidità a livello radicale.
Dopo la lavorazione di fondo si può effettuare la concimazione di fondo con organi e/o chimici e quindi procedere con le lavorazioni superficiali che hanno scopo di affinare il terreno e permettere quindi la piantagione.
Normalmente quando si parla di costruzione di un impianto si parla di “sesto d’impianto”.
Il sesto d’impianto dell’olivo è legato a numerosi fattori che debbono essere attentamente
valutati: capacità di crescita dell’olivo nelle condizioni di impianto oliveto, varietà, forma di
allevamento, scelta e tipologia delle macchine da utilizzare.
Mettere a dimora le piante di olivo a distanza minore vuol dire limitarne lo spazio a disposizione
per la crescita.
Numero di piante collocabili in un ettaro in base al sesto d’impianto oliveto:
L’ olivicoltura tradizionale, ancora oggi diffuso tra i metodi di coltivazione delle piante di olivo, presenta alcune caratteristiche distintive:
Un oliveto tradizionale, inoltre, spesso si sviluppa su superfici contenute e la raccolta e la gestione resta per lo più manuale, seppur con qualche aiuto da parte delle nuove tecnologie.
A partire dagli anni Sessanta, per competere con gli altri produttori mondiali, si è assistito all’affermarsi della coltivazione intensiva dell’olio che assicura una resa maggiore e una più innovativa meccanizzazione. Di seguito i fattori che caratterizzano un oliveto ad alta densità:
La coltivazione intensiva dell’olio assicura quindi una remuneratività economica maggiore rispetto all’ olivicoltura tradizionale e una resa migliore, anche se la potatura viene ancora eseguita manualmente e il raccolto meccanizzato si limita alla pianta singola.
Sul modello spagnolo, anche in Italia, hanno cominciato ad affermarsi gli impianti di oliveto superintensivi, facendo ulteriori passi in avanti rispetto alla coltivazione dell’olivo in termini di resa, risparmio dei costi ed efficienza. Le differenze tra oliveto tradizionale e superintensivo sono notevoli ed ecco quali sono le principali caratteristiche di un oliveto ad alta densità:
L’ olivicoltura superintensiva si configura quindi come un metodo vantaggioso dal punto di vista economico ma che non compromette l’eccellente qualità del prodotto finale, anzi è stato ampiamente dimostrato che l’olivicoltura ad alta densità esalta la qualità degli oli.
Impianto in fase di realizzazione di Oliveti d’Italia S. cons. p.A. – Andria (BT) con pali e filo Metallurgica Irpina SpaSesto d'impianto mt 160x400 | ||
---|---|---|
Pali di testata h 220cm | pz | 50 |
Pali intermadi h200cm | pz | 160 |
Tutori h120cm | pz | 1500 |
Piantine | pz | 1600 |
Filo diam. 2,20mm | Kg | 75 |
Tubo per irrigazione | ||
TOTALE INVESTIMENTO: 8000,00 a ettaro |
Caratteristica fondamentale da tener presente è la precoce messa in produzione dell’impianto, che si realizza al 100% al terzo anno.
Oliveto realizzato da Oliveti d’Italia S. cons. p.A. – Andria (BT)
Una volta inquadrato il sesto di impianto che si vuole realizzare bisogna effettuare un’altra
importante scelta legata ai materiali da utilizzare per costituire l’oliveto.
La Metallurgica Irpina Spa produce pali e filo per oliveti (pali di testata, pali intermedi con asole
interne, tutori, pali tondi e triangolari); ha sede operativa e siti produttivi ad Ariano Irpino e
Sturno, in provincia di Avellino.
Dopo anni di esperienza, la Metallurgica Irpina Spa ha perfezionato ed ampliato la sua
produzione, ponendosi sul mercato italiano come uno dei più grandi produttori di pali in acciaio
per oliveti e ad oggi produce una gamma completa per soddisfare tutte le richieste del settore.
Palo di Testata 50x45mm | |||
---|---|---|---|
CODICE | Spess | PESO | |
mm | Kg/mtl | ||
AG0003 | Prezincato | 2,50 | 2,800 |
AG0002 | Cort-ten | 2,50 | 2,550 |
AG0001 | Zincato a caldo | 2,70 | 2,800 |
Palo di Testata 52x35mm | |||
---|---|---|---|
CODICE | Spess | PESO | |
mm | Kg/mtl | ||
AG0080 | Prezincato | 1,50 | 1,30 |
AG0079 | Cort-ten | 1,50 | 1,30 |
AG0078 | Zincato a caldo | 1,65 | 1,40 |
Tutore zincato/preverniciato da 14mm | |
---|---|
CODICE | SPESS. |
mm | |
AG0153 | 0,50 |
AG0154 | 0,60 |
Palo triangolare Piccolo da 35 mm | ||
---|---|---|
CODICE | SPESS. | PESO |
mm | ||
AG0249 | 0,50 | 0,48 |
AG0250 | 0,60 | 0,58 |
Palo tondo Piccolo da 30 mm | ||
---|---|---|
CODICE | SPESS. | PESO |
mm | ||
AG0272 | 0,50 | 0,43 |
AG0273 | 0,60 | 0,52 |
AG0274 | 0,70 | 0,61 |
AG0275 | 0,80 | 0,70 |
Eurowire ® Standard | |||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|
CODICE | N. | DIAMETRO mm | LUNGHEZZA m (50kg bobina) | RIVESTIMENTO Zn | RESISTENZA TRAZIONE N/mm2 | CARICO DI ROTTURA KG | ALLUNGAMENTO % |
g/m2 | |||||||
AG0420 | 12 | 1,80 | 2500 | 30/50 | 400/550 | 120 | 20 |
AG0421 | 13 | 2,00 | 2000 | 30/50 | 400/550 | 155 | 20 |
AG0422 | 14 | 2,20 | 1650 | 30/50 | 400/550 | 190 | 20 |
AG0423 | 15 | 2,50 | 1300 | 30/50 | 400/550 | 245 | 20 |
AG0424 | 16 | 2,70 | 1100 | 30/50 | 400/550 | 290 | 20 |
AG0425 | 17 | 3,00 | 900 | 30/50 | 400/550 | 350 | 20 |
AG0426 | 18 | 3,50 | 700 | 30/50 | 400/550 | 450 | 20 |
AG0427 | 20 | 4,50 | 400 | 30/50 | 400/550 | 700 | 20 |
AG0428 | 21 | 5,00 | 350 | 30/50 | 400/550 | 900 | 20 |
AG0429 | 22 | 5,50 | 300 | 30/50 | 400/550 | 1100 | 20 |
AG0430 | 24 | 6,50 | 200 | 30/50 | 400/550 | 1500 | 20 |
Bekaert SUPER | |||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|
CODICE | PRODOTTO | PESO ROTOLI kg | lUNGHEZZA PER ROTOLO | RESISTENZA N/mm2 | DIAMETRO mm | ALLUNGAMENTO % | CARICO ROTTURA MEDIO kg |
AG0431 | SUPER | 25 | ± 1600 | 1100/1300 | 1,60 | 4 | 240 |
AG0432 | SUPER | 25 | ±1250 | 1100/1300 | 1,80 | 4 | 300 |
AG0433 | SUPER | 25 | ± 1000 | 1100/1300 | 2,00 | 4 | 380 |
AG0434 | SUPER | 25 | ± 825 | 1100/1300 | 2,20 | 4 | 460 |
AG0435 | SUPER | 25 | ± 650 | 1100/1300 | 2,50 | 4 | 590 |
AG0436 | SUPER | 25 | ± 420 | 1100/1300 | 3,10 | 4 | 900 |
Nella fase di costruzione dell’impianto è fondamentale la scelta della tipologia di tutore e pali da adottare, in quanto è estremamente importante che la pianta di olivo nella crescita acquisisca la giusta postura: una pianta ottimamente allivellata risulta semplice da gestire nel tempo, sia nelle fasi della coltura che della raccolta.
Il tutore da diam. Mm 14, o eventualmente, il palo triangolare da diam. Mm 35, o il palo tondo
da 30 mm, permettono alla pianta di olivo di ancorarsi ed essere guidata nella crescita.
Il palo tutore in acciaio prezincato è il fondamentale sostegno della pianta per un corretto
sviluppo verticale, ha una elevata resistenza meccanica e quindi riesce ad offrire alle piante una
maggiore protezione agli urti.
Le caratteristiche principali del tutore in acciaio prezincato sono: maggiore capacità di carico,
maggior aderenza, maggiore tensione, 30% in meno di deformazione, minor peso e maggiore
facilità nel trasporto, oltre all’assenza di ruggine.
Non di minore importanza sono i pali di testata da mm 50x45 e i pali intermedi con asole interne
da mm 52x35, con i fili, che formano la struttura dell’impianto e permettono l’ottima
sistemazione dei filari.
I pali in acciaio prezincati garantiscono un buon grado di resistenza alla corrosione, grazie ad
uno strato di zincatura di 275/m2 che, reagendo con agenti atmosferici, forma un film inerente
di ossido bianco. Lo scopo del rivestimento è quello di offrire al metallo di base un’edeguata
protezione contro la corrosione dovuta, per la maggiore, agli agenti atmosferici.
Il palo prezincato deriva da laminati piani di acciaio sui quali viene deposto un rivestimento
metallico tramite procedimento di zincatura in continuo per immersione che consiste nel far
passare il nastro di acciaio all’interno di una vasca che contiene un bagno con la lega metallica
fusa, come zinco e zinco-magnesio.
Nello specifico la lega metallica sacrificale che costituisce il rivestimento, protegge l’acciaio dagli
agenti corrosivi.
La base d’acciaio è conforme alla qualità DX51D della norma EN10346 con caratteristiche
meccaniche di rottura pari a max 500N/mm2 ed allungamenti minimi del 22%.
Il filo Eurowire Standard è un filo classico avente rivestimento in zincatura a caldo con resistenza
di 400/500 N/mm2 ed allungamento del 20%. La proprietà del ferro zincato, è quella di essere
resistente agli agenti atmosferici, che rendono spesso il ferro nudo sotto attacco da ossidazione.
Lo zinco essendo un materiale inattaccabile dalle ossidazioni è un’ottima copertura per le
strutture ferrose; la resistenza alla corrosione sarà tanto maggiore quanto lo spessore della
zincatura.
Il filo Bekaert tipologia Super migliora considerevolmente la resistenza alla corrosione, e
costituisce una soluzione tecnologica ed universale. Il rivestimento è composto di una struttura
ZnAl estremamente omogenea e duttile e resiste anche a forti deformazioni. La microstruttura
molto più fine garantisce una eccellente aderenza al materiale di base rendendo il prodotto
uniforme e costante. La superficie liscia del rivestimento rimane pulita e non attrae né polvere
né muffa.
Proprietà di allungamento minimizzate.
Per evitare il rischio di gelate primaverili il periodo ideale va dagli ultimi giorni di aprile in poi, evitando i mesi di luglio e agosto, perché le alte temperature influiscono negativamente sulle piantine giovani. Nelle parcelle non irrigue è consigliabile l’impianto a settembre-ottobre: questo accorgimento permetterà di approfittare delle piogge autunnali, favorendo l’attecchimento della pianta in una stagione nella quale le esigenze idriche sono minori, date le temperature più miti.
Per garantire una buona produzione si deve attuare un’ottima potatura di produzione tenendo conto di poche ma fondamentali regole:
Per le olive non esiste un’epoca di raccolta ben precisa. Le olive si dividono, a seconda della
maturazione dei frutti in: a maturazione scalare, a maturazione contemporanea.
Inoltre a differenza della loro precocità si suddividono in: precoci (Leccino, Rosciola e
Moraiolo), medio-precoci (Cardoncella) e tardive (Frantonio).
Per le olive da olio si decide di effettuarla (solitamente dalla metà di Ottobre a tutto il mese di
Dicembre) quando i frutti sono giunti a maturazione: il che si deduce dall’invaiatura del
esocarpo; nelle olive da tavola la brucatura si può attuare sia prima che dopo l’invaiatura (a
seconda delle lavorazioni che dovranno subire).
La raccolta delle olive si può effettuare sia manualmente sia meccanicamente.
Tenuto conto del fatto che la resistenza al freddo dei tessuti dell’ olivo è inversamente proporzionale al loro contenuto in acqua libera, è facile capire quanto può essere importante indurre uno stress idrico adeguato prima dell’ arrivo della stagione fredda. La quantità di acqua somministrata settimanalmente dovrebbe essere notevolmente ridotta a partire dal mese di settembre, in modo che lo stress idrico, unitamente al diminuire delle ore di luce e ai primi freddi autunnali, costituisca uno stimolo all’ indurimento dei tessuti della pianta stessa.
Può un organismo grande qualche centesimo di millimetro destabilizzare non solo un intero
paese, ma anche le fondamenta della sua cultura? Sembra che il batterio Xylella fastidiosa ci
riesca benissimo, suo malgrado. Da quando ne è stata accertata la presenza sulla costa ionica
salentina nel 2013, questo microrganismo riesce a scuotere gli animi forse più di qualunque altra
specie alloctona – cioè specie non originarie di una certa zona, e ce ne sono migliaia – nel nostro
Paese.
Sono 1.004 le istanze provenienti da aziende agricole localizzate nella zona infetta partecipanti
al bando pubblico relativo alla Sottomisura 5.2 del Psr Puglia 2014-2020 che finanzia la
ricostituzione del patrimonio olivicolo danneggiato in quella zona dal batterio Xylella fastidiosa.
Come per le altre misure del Psr Puglia, anche l’avviso pubblico della Sottomisura 5.2 ha
riscosso un’attenzione ben superiore rispetto alle aspettative, ben 50 milioni di euro di richiesta
totale.
Il bando, diretto a favorire soprattutto i territori da più tempo colpiti dalla batteriosi, ha inteso
privilegiare le aziende più piccole e quelle che più contano sull’olivicoltura per il proprio reddito.
I richiedenti possono essere ammessi a un contributo che oscilla tra 7.000 e 15.000 €/ha – in
funzione della densità di impianto dell’oliveto – per sostituire le piante danneggiate con altre di
varietà di olivo riconosciute resistenti al batterio.
Le istanze raccolte provengono per oltre l’80% dalle aziende che da più tempo stanno subendo
i danni dalla batteriosi, essendo collocate nei territori delimitati come infetti già a gennaio 2015.
Il contributo medio richiesto dalle aziende è stato di 49.000 euro ma con una grande variabilità
interna. Si passa, infatti, da una richiesta minima di 2.000 euro a una massima di 160.000 euro
con una grande maggioranza, però, di aziende con superfici olivetate danneggiate di ridotte
dimensioni (due o tre ettari al massimo).
Al di là dei dati, è evidente l’attenzione riscontrata da una misura che rappresenta la chiusura
del cerchio sul lavoro fatto in questi anni per poter offrire un’opportunità concreta per quanti
vogliono continuare a mantenere viva l’olivicoltura del Salento sostituendo le piante malate con
olivi resistenti alla Xylella. È altrettanto palese che la dimensione della batteriosi richiede che
questa misura possa intercettare ulteriori finanziamenti per soddisfare le aspettative degli
agricoltori danneggiati.
Effettuare le scelte giuste nella preparazione del terreno, nella scelta del tipo di olivo da piantare, del sesto di impianto da realizzare, nell’ adozione dei pali, filo e accessori per la realizzazione dell’impianto, adottare le giuste tecniche di coltura, raccolta e irrigazione permettono di massimizzare i risultati di produzione valorizzando ulteriormente un prodotto di eccellenza, quale l’olio extravergine di oliva.
Impianto realizzato da Oliveti d’Italia S. cons. p.A. – Andria (BT) con pali e filo Metallurgica Irpina Spa Impianto realizzato da Oliveti d’Italia S. cons. p.A. – Andria (BT) con pali e filo Metallurgica Irpina Spa Impianto realizzato da Oliveti d’Italia S. cons. p.A. – Andria (BT) con pali e filo Metallurgica Irpina Spa